giovedì 29 settembre 2011

Voce del verbo... Amore

Non servono parole, o altre spiegazioni. Una foto che vale più di mille parole. Una declinazione del verbo "Amore". Una immagine capitata per caso durante la ricerca di materiale per un articolo sul Madagascar. E' proprio altro. Sì, siamo proprio altrove! :-)

lunedì 26 settembre 2011

Il Povero e la bambina

Un nido nel deserto del Carmelo. Così può essere definito e riassunto il libro pubblicato dalle Edizioni OCD, “Il Povero e la bambina. Storia di una monaca di clausura”. Il libro è scritto da una carmelitana che, con parole semplici ed essenziali, racconta il significato e l’importanza della vita contemplativa. Poche pagine, poco più di 90, per cercare di capire che cosa è la clausura, quale vocazione così forte la fa scegliere, come vengono trascorse le giornate.
In realtà, sfogliando le pagine del libro, veniamo coinvolti sulla bellezza della vita contemplativa, che – ci spiega l’anonima autrice, non è solo una maggiore scoperta di Dio (attraverso l’ascolto, la meditazione, la preghiera), ma soprattutto una continua scoperta di se stessi. Una scoperta che colpisce e meraviglia le stesse monache: «Come sono diversa da quella che credevo di essere», esclama la carmelitana.  

“Il Povero e la bambina” è quindi un viaggio dell’interiorità: «Per capire certe cose della vita – scrive la monaca – che cosa sia l’amicizia, l’amore, anche il dolore, credo ci voglia un’esperienza diretta. Dall’esterno, per così dire, conoscendo solo la teoria, non se ne può penetrare davvero il senso. Così è stata per me la scoperta della clausura». Le aspettative, le conoscenze e i desideri delle “dirette interessate” che decidono di entrare in clausura per mettersi totalmente alla presenza di Dio, vengono molto spesso messe in discussione nel corso della loro vita monastica. «Per me la clausura – afferma la monaca carmelitana – è stata una scoperta progressiva. Mi sono accorta subito  che l’idea che ne avevo quando ero fuori era molto diversa dalla realtà». Dalle parole successive emerge tutta l’umanità di chi scrive. Non sappiamo chi è la monaca che ha scritto il libro, ma non è escluso, anzi, è quasi certo, che chi scrive sia una giovane donna che ha deciso di rispondere alla chiamata alla vita contemplativa. Nonostante una vita così immersa nella preghiera, le monache di clausura, ovvero coloro che decidono di entrare in un monastero, sono prima di tutto donne come tutte le altre, con i loro pensieri, i desideri, le paure, i bisogni. Lo comprendiamo dalle sue stesse parole: «Quando ero a casa – scrive – mi sorprendevo spesso a pensare: “come mi mancherà questo o quello”; facevo una bella passeggiata col cane, o leggevo il giornale e mi dicevo: “Chissà come farò… certo che è un sacrificio che Gesù mi chiede, per me ha scelto questa strada. Chissà quanto tutte queste piccole grandi cose mi mancheranno”. Credevo che l’aspetto ascetico, la rinuncia, fosse la dimensione principale della clausura. Ma poi, grazie a Dio, ai miei pensieri è subentrata la realtà. Ed è stata una bella sorpresa!».

Il libro è arricchito  da una premessa sulla Vita Contemplativa di Papa Benedetto XVI che definisce i monasteri di vita contemplativa delle vere e proprie “oasi” nelle quali l’uomo, pellegrino sulla terra, può meglio attingere alle sorgenti dello Spirito e dissetarsi lungo il cammino.

Perché il Povero e la bambina? Perché sono le due immagini rispettivamente di piccolezza e debolezza «testimonianza di una vita spesa interamente alla contemplazione».

E che cosa è quel “nido nel deserto” di cui parlavamo all’inizio? Ci risponde la monaca: «Quel nido nel deserto era un qualcosa che ancora non conoscevo, ma che intuivo mi si sarebbe rivelato con maggiore chiarezza, man mano  che avessi accettato di lasciarmi portare sempre più profondamente in questo deserto, alla sequela del mio Diletto che sapevo “ferito d’amore” per me».  

Per saperne di più vi propongo questo video con le testimonianze esclusive di alcune monache di clausura carmelitane. Buona visione!



martedì 13 settembre 2011

La Chiesa copta ortodossa in Terra Santa

Per il ciclo dedicato alle Chiese cristiane in Terra Santa, vi propongo un video sulla "Chiesa copta ortodossa". Se riesco, vi farò vedere le puntate delle settimane precedenti: "Le 14 Chiese cristiane in Terra Santa", "La Chiesa latina", "La Chiesa melkita o greco-cattolica", "la Chiesa evangelica luterana", "La Chiesa maronita", "La Chiesa armena cattolica", "La Chiesa ortodossa russa", "La Chiesa d'Antiochia dei Siri" e "La Chiesa sirianana ortodossa.

Non potendo implementarvi direttamente il video, vi lascio direttamente il link:

Buona visione! :-)

lunedì 12 settembre 2011

11 Settembre: Una Storia che continua

Per il 10° anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, una valida alternativa alle tante analisi politiche e storiografiche che in questi giorni stiamo vedendo nelle pagine della stampa e in TV. Un’opportunità per riflettere con gli occhi dei protagonisti e la loro diretta testimonianza. È questo il libro di Alessandro Gisotti, “11 settembre. Una storia che continua” (Effatà Editrice), che è stato presentato a Roma  alla Radio Vaticana. L’Autore, giornalista dell’emittente del Papa, ha voluto sottolineare il coraggio dei soccorritori, delle famiglie delle vittime e dei sopravvissuti all’orrore dell’11 settembre 2011, attraverso alcune storie e testimonianze. L’incontro ha visto la straordinaria presenza dell’Ambasciatore USA presso la Santa Sede Miguel Diaz, che ha ringraziato per questa opportunità di riflessione.

Durante la presentazione, moderata da Stefano De Martis, Direttore News di TV2000, sono intervenuti relatori che tra le altre cose hanno raccontato il loro 11 settembre.
P. Federico Lombardi, direttore della Radio Vaticana e della Sala Stampa della Santa Sede, ha definito il libro piccolo ma denso e ricco che ancora oggi permette di porci degli interrogativi.

Nel libro di Gisotti, la testimonianza del giornalista della CNN Aaron Brown, il quale in diretta per la prima volta si trova a dover raccontare un evento come questo. In Italia, Tiziana Ferrario era in diretta al Tg1.  Il suo ricordo particolare è stato vedere il secondo aereo colpire l’altra torre e non comprendere quello che stava succedendo. La giornalista della Rai ha poi raccontato il suo viaggio in Afghanistan dove ha iniziato a vedere i sentimenti antiamericani, odio, risentimento, rancore. Nello stesso tempo è rimasta colpita dal rapporto che gli islamici hanno con la spiritualità: pregano fino a 5 volte al giorno, facendo delle pause addirittura durante il lavoro. Un atteggiamento che noi occidentali non comprendiamo
Bisogna stare attenti – ha continuato la Ferrario – a non fare dell’11 settembre solo un anniversario  delle vittime americane. Nelle torri c’erano tante nazionalità, altre religioni.
L’analista strategico militare Andrea Margelletti ha definito l’11 settembre  un attacco non per far male ma per suscitare una reazione da parte degli Stati Uniti. E ha sottolineato la perdita degli innocenti

Alessandro Gisotti racconta l’attentato dell’11 settembre con gli occhi dei protagonisti, che ancora oggi, dopo un trauma del genere, si trovano costretti a passare davanti al luogo dell’attentato, a dover raccontarlo ai figli, a farsi curare a causa delle polveri tossiche che hanno respirato, a trovare il più grande coraggio: quello di saper perdonare e andare avanti

Un libro quindi che ci permette di riflettere e magari di guardare a questo tragico anniversario con occhi diversi, perché – come leggiamo nel libro, la voglia di vivere è più forte della paura di morire