lunedì 22 aprile 2013

SARAH SCAZZI/Un processo durato tre anni con colpi di scena e differenti versioni di zio Michele


Sono trascorsi quasi tre anni da quel caldo 26 agosto 2010, quando una ragazza di 15 anni,Sarah Scazzi scompare misteriosamente e senza motivo. Iniziano immediate le ricerche fino al 6 ottobre dello stesso anno, quando lo zio della ragazzina, Michele Misseri confessa durante un interrogatorio di averla uccisa e di aver nascosto il corpo in un pozzo. Successivamente cambia versione e chiama in causa la figlia Sabrina, cugina ma anche amica del cuore di Sarah.
Sarà solo la prima di una lunga serie di ripensamenti che lo vedranno protagonista in questo lungo processo conclusosi oggi quando la Corte di Assise di Taranto ha condannato Sabrina Misseri e Cosima Serrano all’ergastolo per l’omicidio della nipote e cugina Sarah Scazzi, e zio Michele a otto anni.
Una vicenda che ha visto un forte interesse mediatico con presenza di giornalisti, prime serate, ricostruzioni, plastici e commenti dell’opinione pubblica. Quasi una saga familiare con colpi di scena e risvolti inaspettati. Colpisce la figura e la personalità di Michele Misseri, un uomo che si dichiara autore di un omicidio, ma che poi sembra diventare la vittima della moglie e della figlia. Sabrina, la cugina-sorella maggiore di Sarah, sua confidente, quasi sempre in lacrime quando viene ritratta in TV. Cosima, una donna forte, dallo sguardo altero, dal quale non emergono emozioni. Poi ci sono anche “protagonisti minori”, ma solamente loro tre erano presenti quel pomeriggio estivo in quel piccolo luogo dove è avvenuto l’omicidio. La storia del pozzo di Avetrana sembrerebbe non finire qui, poiché già i legali annunciano battaglia in secondo grado.
“Non ha vinto nessuno” hanno dichiarato gli avvocati di Concetta Serrano, madre di Sarah, poichè in questa storia una ragazzina ha perso la vita. Poche parole di commento anche da parte di mamma Concetta, che ringraziando i suoi legali e la procura ha detto: “Chi uccide, merita l’ergastolo”.

LA STORIA DEL PROCESSO

10 gennaio 2012: C’è la prima udienza. Cosima e Sabrina che piange, si trovano nella gabbia riservata agli imputati.
17 gennaio: Cosima e Sabrina assistono al processo fuori dalla gabbia, accanto ai loro avvocati.
31 gennaio: Parla il teste Ivano Russo, il ragazzo che, secondo l’accusa, era “conteso” tra la stessa Sarah e la cugina Sabrina, affermando che con quest’ultima ha avuto solo un rapporto di amicizia.
7 febbraio: Viene sentito il fratello di Sarah, Claudio. Parlano anche Concetta Serrano, mamma di Sarah, per la quale Sabrina si sarebbe invaghita di Ivano, ma anche la figlia avrebbe preso una ‘cotta’ per lo stesso ragazzo, confermato dalla lettura del diario di Sarah dopo la sua scomparsa della figlia. Afferma inoltre che i rapporti con la sorella Cosima non sarebbero masi stati troppo buoni a causa di motivi economici e legati alla eredità.
21 febbraio: Parla Mariangela Spagnoletti, l’ex amica del cuore di Sabrina
3 luglio: Viene sentita come testimone la sorella di Sabrina Misseri, Valentina che accusa il padre di aver ucciso Sarah forse per colpa del trattore che non partiva.
17 luglio: Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri, accusate dell’omicidio di Sarah Scazzi, chiamate dall’accusa a deporre in qualità di testimoni, si avvalgono della facolta’ di non rispondere. Così fanno anche Carmine Misseri e Mimino Cosma, fratello e nipote di Michele Misseri, accusati di concorso in occultamento del cadavere.
29 ottobre: Michele Misseri si avvale della facolta’ di non rispondere quando viene chiamato come imputato dalla Corte di Assise.
30 ottobre: La Corte di Assise, su richiesta dei pubblici ministeri, acquisisce i quattro ‘memoriali’ scritti da Michele Misseri e consegnati dalla difesa di Sabrina, e i verbali degli interrogatori dell’agricoltore, depositati dalla Procura.
20 novembre: Cosima Serrano, accusata di concorso in omicidio, citata dalla difesa, si avvale della facolta’ di non rispondere. Parla Sabrina per la quale Sarah era come “una sorella minore”.
5 dicembre: Michele Misseri dichiara di aver ucciso la nipote. Il suo avvocato difensore Armando Amendolito, rimette il mandato e viene sostituito dall’avv. Luca Latanza.
29 gennaio 2013: Uno dei sei giudici popolari viene sorpreso mentre esprime giudizi negativi su una testimone durante la sua deposizione e viene con un giudice supplente.
25 febbraio: Il pubblico ministero Mariano Buccoliero inizia la requisitoria.
5 marzo: La Procura di Taranto, a conclusione della requisitoria, formula le richieste di condanna: ergastolo per Sabrina e Cosima, nove anni per Michele Misseri, otto anni per Carmine Misseri e Cosimo Cosma, pene minori per altri quattro imputati.
11 marzo: Iniziano le arringhe con gli avvocati di parte civile.
26 marzo: La Corte d’Assise decide di astenersi dal processo, rimettendo gi atti al presidente del Tribunale, che il giorno dopo rigetta l’astensione e dispone la prosecuzione del processo.
15 aprile: Si chiudono le repliche dei difensori. Alle 17.30 la Corte si ritira in camera di consiglio per la sentenza

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