Mentre in Italia il Governo pensa di cancellare le graduatorie d’Istituto dei precari, perché a detta del sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi costano tanto e non poggiano su un progetto formativo, dal Lussemburgo continuano ad arrivare segnali positivi per l’assunzione di almeno 100mila supplenti storici della scuola italiana.
Il 17 luglio, infatti, l’avvocato generale della Corte di Giustizia Europea, tale Maciej Szpunar, ha fatto sapere di essere concorde con migliaia di docenti e Ata che hanno chiesto alla Corte di Giustizia europea di essere assunti sulla base di un’anzianità di servizio superiore ai tre anni, come già previsto dalla direttiva UE 1999/70 che impone agli stati membri l’adozione di misure preventive per evitare l’abuso dei contratti a termine.
Per l’avvocato generale questa pratica “non può essere considerata come giustificata da ragioni obiettive”: Szpunar argomenta la sua posizione, su una serie di procedimenti, avviati a seguito delle quattro ordinanze di rimessione del Tribunale di Napoli nel gennaio 2013 e dell’ordinanza della Corte costituzionale 207/2013, sostenendo che non è corretto, come si fa abitualmente in Italia, assegnare supplenze su posti disponibili “senza definire criteri obiettivi e trasparenti che consentano di verificare se il rinnovo di tali contratti risponda effettivamente ad un’esigenza reale”.
Toccherà comunque “ai giudici del rinvio, tenuto conto delle considerazioni che precedono, che spetterà valutare se ricorrano tali circostanze nell’ambito dei procedimenti principali”.
Esultano i legali che difendano i ricorrenti italiani. Ma anche i sindacati che sono costituiti in giudizio. A cominciare dall’Anief, l’associazione sindacaleche si è rivolta alla Corte Ue già ad inizio 2010 e che ha già ottenuto presso diversi tribunali del lavoro sentenze positive in primo grado in tema di stabilizzazione o risarcimenti danni: dopo aver definito la posizione dell’avvocato generale della Corte UE “davvero incoraggiante”, e premesso che “l’ultima parola spetterà alla Corte”, il presidente Anief, Marcello Pacifico, ha detto che “sulla questione precariato, per il Governo e il Miur siamo orami alla resa dei conti: dall’Europa arrivano indicazioni sempre più cogenti per portare alla loro assunzione tramite il tribunale”.
“E lo Stato italiano non potrà che darne seguito: qualora continui a lasciare al palo così tanti precari della scuola pubblica, incorrerebbe in sanzioni salatissime. Che potrebbero raggiungere miliardi di euro. Il cui pagamento andrebbe tra l’altro a carico dell’erario e – conclude il presidente Anief – dei cittadini onesti che pagano le tasse”.
Dello stesso parere è il segretario generale della Flc-CGIL, Domenico Pantaleo: ora “il governo non ha più alibi per rinviare o centellinare le immissioni in ruolo su tutti posti disponibili della scuola”.
In autunno è attesa la sentenza definitiva della Corte di Giustizia Europea “che – continua il sindacalista – si prefigura e si auspica sia coerente con quanto affermato e sostenuto dall’Avvocato Generale. Questo va a beneficio delle legittime aspettative dei tanti precari della scuola (e non solo) che da tempo aspettano il riconoscimento dei propri diritti, ma ha ricadute positive anche sulla qualità della didattica e del servizio scolastico”.
Anche per la Federazione Gilda-Unams, le conclusioni dell’avvocato generale Szpunar, depositate a Lussemburgo, riconoscono le ragioni che i precari sono riusciti a portare all’attenzione della giustizia comunitaria. <Ascolta>
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